Rotta Comunista
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 Le comiche di lotta comunista
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Admin
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Posted - 04/02/2006 :  21:33:20  Show Profile  Reply with Quote
Per la cronaca Grondona (di lotta comunista) è stato sonoramente fischiato dagli operai della Fincantieri di Genova mentre tentava di illustrare i vantaggi della sua ritirata ordinata, consistente nella difesa dell'accordo bidone propinato con l'ultimo accordo ai metalmeccanici.
L'internazionalismo di Lotta Comunista consiste nell'internazionalizzazione dei ... fischi.

Trovato sul sito del "CHE FARE" (giornale dell'Org. Comunista)


http://www.tightrope.it/user/chefare/archivcf/cf9/lotcomst.htm



"Lotta Comunista" e lo sciopero dei ferrovieri francesi

LA "LOGICA" DEI NECROFORI
Che ha da dire "Lotta Comunista" a proposito dello sciopero dei ferrovieri francesi? Nel numero de febbraio '87 la "scienza leninista" parte ancora una volta in resta per seppellire i concreti insegnamenti politici di questa splendida lotta, così com'essa aveva fatto nei confronti del moto proletario polacco o dello sciopero protrattosi per oltre un anno dei minatori inglesi. Che si tratti di semplici cadaveri da cui sgombrare il campo (per mostrare quel che non si deve fare, e solo "Lotta Comunista" sa non fare così bene) è, per essa, scontato.
Ci troviamo nel ciclo della "ristrutturazione" capitalista, ci spiega l'articolista, ed è perciò "logico" che le lotte operaie siano "lotte di difesa, di ritirata (spesso disordinata)" ("Lotta Comunista" teorizza, infatti, la ritirata ordinata), con "limitata spinta salariate, accento posto in vece sugli aspetti normativi e, in taluni paesi o ve più a fondo era stata sviluppata la ristrutturazione (Germania), lotta per la riduzione dell'orario". Nulla di più, nulla di meno. Ricordiamo che anche di fronte alle prime avvisaglie del movimento polacco "Lotta Comunista" ammoniva che la Polonia si trovava in mezzo al suo ciclo di ristrutturazione e non assolutamente di crisi e, come s'è visto, i proletari polacchi si sono "disordinatamente" mossi in una... ritirata trade-unionistica che però –guarda caso!- ha evocato i carri armati. Nel caso inglese, infine, commentato a cadavere caldo, "Lotta Comunista" ha ancora una volta visto questa ritirata nel chiuso del trade-unionismo di categoria, e non si sa neppure bene se giustificato o meno di fronte alle "leggi bronzee" della "ristrutturazione" del "settore". I processi che questa lotta aveva cominciato ad esprimere per l'unificazione dell'intero proletariato britannico? I riflessi politici " tra tutti le classi, e tra tutte le classi e lo Staio", come ci pare insegni Lenin? Tutto ciò non entra nel conto già preconfezionato secondo gli schemi sopra considerati. Al massimo, "Lotta Comunista" ci ha assicurato che se ci fosse stato in Inghilterra il "partito leninista" esso avrebbe organizzato ordinatamente la ritirata: non ci permettiamo di dubitarne, ed anzi, a ragion veduta crediamo che quel tale partito, usurpando un nome di cui è mille volte indegno, avrebbe "sconsigliato" ad ingaggiare una lotta perdente in partenza nell'ambito della contrattazione trade-unionistica di categoria (orizzonte oltre il quale lo sguardo "leninista" non sa innalzarsi neppure quando ve lo dovrebbero forzare i fatti concreti della lotta nel suo corso).
E per i ferrovieri francesi? "Logica, e sindacalmente corretta, la reazione ad una misura (le paghe di merito, n.) che, puntando ad ottenere una maggior flessibilità nella forza lavoro manovrando sul salario, la divide ... ". Questo, perlomeno, sia concesso. Purtroppo "i sindacati non hanno saputo, e non hanno voluto, indirizzare la protesta degli cheminots, protesta che, se ben organizzata, avrebbe potuto avere certo esito diverso". Sul come e il perché dell'"assenza d'indirizzo" non una parola così come non una parola sul valore dell'organizzazione che i ferrovieri hanno voluto e saputo "ciononostante" darsi, con tutto quel che ne consegue sul piano non solo sindacale, ma, in termini molto più vasti, politico per la stessa prospettiva di lotta trade-unionista. "Lotta Comunista" si limita a registrare che gli cheminots sono stati lasciati orfani del legittimo genitore e che il padre latitante va rintracciato e rilegittimato al più presto, per evitare... sbandamenti.
Perché, sappiatelo, abbandonati a sé stessi i ferrovieri francesi potevano sì essere logici nella "reazione" alle misure governative, ma del tutto fuori senno in quanto a modalità della lotta: "Meno logica la scelta del periodo nel quale lanciare la lotta: il periodo di fine d'anno, nel quale il movimento ferroviario diventa in buona parte movimento di viaggiatori per turismo, mentre quello legato all'attività produttiva (spostamento di forza-lavoro, movimentazione della merce) è ridotto, a causa del periodo di ferie e di chiusura delle fabbriche". La possibilità di "ritirarsi ordinatamente" avrebbe quindi avuto bisogno solo di aspettare che il movimento-merci fosse meno ridotto per incidere "economicamente" sulla produzione, posto che il turismo, qui presentato come pressoché unico bersaglio della lotta dei ferrovieri, starebbe fuori dal computo economico borghese. Ma non solo. Il fatto di colpire i poveri turisti "ha rivoltato contro gli cheminots una forte campagna di stampa" che "trovava facile esca nel fatto obiettivo che erano resi difficili gli spostamenti turistici di fine anno: e così il vantaggio che s'è visto all'inizio - la grande risonanza che l'azione di sciopero può avere - si è tradotto in un boomerang sulla testa dei macchinisti". Insomma, come insegnano i bravi chef del sindacalismo nostrano, non si deve toccare l'utenza e meno che mai sotto vacanze (come ben sanno i ferrovieri italiani "autoregolamentati" per tale occasione, col beneplacito - si suppone - di "Lotta Comunista", interessata a scegliere bene il momento giusto per la ritirata, strictu sensu). Nessuna agitazione ferroviaria sotto festività, nessuna agitazione degli insegnanti sotto esami, nessuna agitazione degli ospedalieri finché c'è un'utenza che ne reclama i servizi... E perché mai nessuna agitazione nelle industrie portanti allorché l'utenza "patria" reclama più produzione, produttività, profitti per il bene di tutti? Anche in questo caso, lo sappiamo perfettamente, le "forti campagne di stampa" si scatenano tentando di rilanciare il boomerang sulla testa dei lavoratori trovando ottimo ascolto nella massa piccolo-borghese parassitaria. Soprattutto se queste lotte sono viste in un'ottica sindacale "propria", di categoria, slegata dai generali compiti di unità tra tutta la classe per convertire la "propria" ritirata in resistenza e preparazione all'offensiva contro il capitale e il suo armamentario politico di potere.
Ma per predisporsi a questo compito dubitiamo possano servire gli insegnamenti di una "Lotta Comunista" intesa a chiudere la lotta operaia nei rispettivi orticelli di categoria e sempre previo imprimatur delle legittime organizzazioni sindacali dissociando la lotta tradeunionistica da quella politica, cui essa è chiamata a trascrescere, e riservando il "politico" allo sviluppo della propria organizzazione "d'acciaio"fuori e contro il movimento reale della ripresa proletaria.
Coi grimaldelli di " Lotta Comunista" né gli operai polacchi né i minatori inglesi o i ferrovieri francesi si sarebbero mai aperta la strada verso la propria organizzazione di classe; ed è pertanto "logicissimo" che " Lotta Comunista" si affretti a seppellirne gli incomodi "cadaveri" gratificandoli dell'insegna infame di "battaglie perse" , laddove noi illusi ci ostiniamo a vedere il segno inequivocabile di un corso di ripresa che ha già capitalizzato per il proprio futuro le opportune lezioni.
A ciascuno i suoi morti. A noi, al proletariato, i vivi!

IVAN
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Posted - 04/02/2006 :  23:45:38  Show Profile  Reply with Quote
Ciao Admin.
I fischi gli ha presi anche Lenin.Il sito del CHE FARE?,lo conoscevo già,e non sempre sono d'accordo con loro,ma mi piace.Della tattica usata da LC,la ritirata ordinata,cosa si può dire?Io parto dal processo storico in atto:quanto è alto lo scontro di classe oggi?Diciamo basso.Perchè?I portuali di Genova hanno contestato l'entità del salario,non hanno però riconosciuto la necessità del suo superamento.Grondona ha sbagliato,forse,a non dare il senso politico della ritirata,ma la classe e i lavoratori l'avrebbero capito?No,per i proletari il sindacato è poco più di un ufficio legale,e i delegati e sindacalisti solo degli avvocati.Chi ha avuto una minima esperienza di RSU e assemblee,lo sa bene.Non è così?Alla loro passività si aggiunge il facile sarcasmo verso chi si mette in giuoco e crede nella lotta nel sindacato per conquistare L'AVANGUARDIA DEL PROLETARIATO.Se i lavoratori non sono insoddisfatti del ruolo che LC si è conquistato nel sindacato,in realtà senza saperlo,riconoscono un rapporto di forze con il capitale che è a loro sfavorevole.Non vi va bene la ritirata ordinata,bene,lottate nel sindacato e contro il capitale!Non delegate a rappresentanti che non vi capiscono!I militanti del CHE FARE? sono li pronti a guidarvi,e scrivono molto in proposito.Ma quanti sono?Scrivono e basta?Volantini,migliaia di volantini,ma che non muovono un bel niente.Per carità,non perchè non siano dei marxisti,ma non sono tra i proletari.Il fatto che sappiano cosa fare non cambia il loro rapporto con la classe.Ma devo dire in un sito marxista che non sono le idee che muovono il mondo?Che essere dei rivoluzionari coscienti non significa altro che riconoscere un processo storico e materiale in atto,ma che deve materializzarsi fondalmentalmente nella massa ,nella classe?Perchè c'è Grondona e non un militante di una delle qualsivoglia decine di compagini rivoluzionarie che parlano e scrivono,scrivono e parlano,ma che non hanno un oggettivo radicamento nell'avanguardia e nella classe?Perchè LC è un partito borghese!!Ammetto che non ho argomenti spiccioli contro questa affermazione,anche perchè è una tesi che solo una situazione realmente rivoluzionaria può chiarire.Resta il fatto che si può essere marxisti ortodossi a parole,e questo non vale solo per LC.Qualsiasi partito rivoluzionario deve agire in una situazione storica,oggi come domani, dove il campo di battaglia è deciso e preparato dall'avversario,dove i rapporti di forza sono indipendenti dalla strategia e dalla tattica:ma si deve agire.L'azione di LC non è accettabile in teoria?Ma cosa fanno "gli altri"?Non si può agire con una strategia internazionalista se la classe non sa cosa sia e sperare in un risultato tangibile conseguente.La domanda,fondamentale,è:a quale grado è la lotta di classe internazionale e la coscenza rivoluzionaria conseguente?Si fa l'esempio dei minatori inglesi:ma anche la presenza di un partito rivoluzionario non avrebbe cambiato il risultato della lotta.Non mi stancherò mai di dirlo:compito del partito è di dare un teoria rivoluzionaria alla classe.Il marxismo deve diventare il pane ideologico quotidiano del proletariato.Grondona dia pure le dimissioni,e faccia fare la lotta ai lavoratori.Ma lo vogliono?No!Non c'è internazionalismo e basta!Vogliono solo i quattrini,altro che esperienze di lotta concrete!Intanto i militanti di CHE FARE?,si uniscono al coro di fischi,ma avranno la loro dose non appena si parleranno di partito e rivoluzione.Già,compagni,oggi il proletariato è l'ala sinistra della borghesia.

Un saluto internazionalista.
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raes
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Posted - 06/02/2006 :  20:14:33  Show Profile  Reply with Quote
buono l articolo pero quelli di che fare non stanno anche loro nella cgil?
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Admin
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Posted - 13/02/2006 :  10:23:42  Show Profile  Reply with Quote
Ciao Ivan, Ciao Raes.
Secondo una nota sintesi che della figura del comunista (odiernamente ridotta a "bolscevico"), questi è anche un illuminista. In che senso sarebbe inclusa nel comunista la figura dell'illuminista (di cui tanto Lenin sentiva la mancanza in Russia)?
Nel senso che un comunista deve sempre, dico sempre, avere fiducia, nellle proprie idee. Quando tu poni la domanda "chi l'avrebbe capito?" neghi implicitamente che l'assunto di Lenin. Come Grondona lo nega praticamente tu lo neghi ideologicamente. Il concetto di ritirata ordinata, il cui fallimento è rappresentato proprio dalla figura sindacale di Grondona, rapprentava originariamente tutt'altra cosa. Il partito non doveva fare da parafulmine al sindacato. Si doveva costitutire una trincea politica, dove avevamo operai, cioè esattamente il contrario di ciò che ha fatto Grondona assumendosi la responsabilità, non della ritirata, ma della piattaforma, cioè assumendosi la responsabilità della rottura, insomma esattamente il contrario di quanto dichiarato. Chi sarebbe mai contro la ritirata ordinata? E cosa c'entrano gli operai con tutto questo. Se occorre ritirarsi si tenta di salvare il possibile della truppa, degli armamenti, per attestarsi su posizioni più difendibili. Qui invece la truppa è semplicemente abbandonata al nemico. La ritirata richiede obbiettivi dichiarati, percorsi definiti, altrimenti è soltanto un bello slogan utile solo a coprire il vuoto.
Non possono rispondere ad obiezioni tipo "cosa fanno gli altri?". Non ha senso. Non si può, non si deve, valutare gli uni col metro degli "altri". La domanda corretta è "cosa faccio io" per essere comunista? E ciò che devo fare, come posso farlo meglio con chi? Non è assolutamente vero che soltanto la rivoluzione deciderà su chi è e chi non è rivoluzionario. Questa è metafisica, negazione della possibile formazione di un partito comunista, che è ben noto deve essere presente ben prima del momento in cui sarà indispensabile. Quindi l'azione di Lotta Comunista non "inaccattabile in teoria", è inaccettabile in pratica, concretamente. Così come non è vero che gli operai non lo capiscono. Sono testimone oculare e auricolare del ruolo svolto da militanti di Lotta Comunista nei passati scioperi degli autoferrotranvieri. Cosa si sta a fare in un sindacato se non si osa criticarlo (a parte una generica critica giornalistica) neanche quando lo fanno gli operai? Anzi si semina demoralizzazione sostenendo la necessità di un atteggiamento passivo? Cosa c'entrano mai le condizioni controrivoluzionarie con la difesa della forza-lavoro, oltretutto nell'unico settore in cui una qualche forza contrattuale ancora esiste?
Inoltre definire il movimento operaio "sinistra della borghesia" significa non distinguere il sindacato dagli operai, quindi appoggiare la lotta degli autoferrotranvieri, avrebbe significato appoggiare una lotta contro la "sinistra della borghesia". Come mai non è stata appoggiata sostenendo proprio la "sinistra della borghesia?
Non siamo più nell'800 industriale in cui l'opportunismo poteva essere espressione di un movimento operaio corrotto. Dove sono questi operai corrotti, dove la lotta (anche solo teorica) contro di essi per una "ritirata ordinata"?
Nel sindacato si interviene, non per parlare di "rivoluzione agli operai", ma per difendere il prezzo della forza-lavoro, cos'è questo disprezzo per gli operai "che vogliono solo quattrini? Ma dico, vogliamo leggere o no "salario Prezzo e Profitto"? Se cerchi chi pensa "solo ai quattrini", non facendo altro, devi guardare esattamente nella direzione opposta, cioè nella tua.
Una lotta sindacale, come tutte le lotte, non è mai detto si concluda con la "vittoria", anzi. Non è il giudizio, il parere, dei rivoluzionari a determinare l'andamento degli scioperi come quello delle insurrezioni. Solo i rivoluzionari "del giorno dopo" possono confortarsi in simili certezze: fase controrivoluzionaria=sconfitta, fase rivoluzionaria=vittoria. I comunisti anche possono formarsi nelle sconfitte, e non necessariamente nelle vittorie. Se invece volevi dire che fra i minatori sconfitti non si sarebbero formati comunque dei comunisti, neache se Lotta Comunista ci fosse stata (come all'Italsider, ferrotranvieri, ferrovieri, sanità, ecc.), beh, concordo anch'io.
Insomma una ritirata dovrebbe comunque pur essere una fase di una guerra, quindi un combattimento, non un vile abbandono di armi e bagagli al nemico.
Speriamo tutti che tu ti stanchi presto di ripetere: compito del partito è di dare una teoria rivoluzionaria alla classe. E chi lo dice? Adesso diamo anche ordini al partito: devi far questo, devi far quello?
Il partito è la rappresentanza politica della classe operaia. La teoria rivoluzionaria è l'unica che può consentire ai comunisti di raggiungere questo scopo, cioè è, in senso stretto, strumento del partito e non della classe, la cui esistenza è oggettiva, indipendente dalla diffusione della teoria tra le sue fila, la teoria entra nella classe nella misura in cui questa entra in quello.
Per quanto dice Raes, s'intende che fare attività politica in un sindacato prescinde da quale sindacato. L'importante è che tale lavoro sia diretto allo stesso fine, cioè risponda ad una unica politica.
Ciao.


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raes
Utente (2)

37 Posts

Posted - 13/02/2006 :  21:09:22  Show Profile  Reply with Quote
non so possibile farlo ancora nella cgil riguardo a vogliono solo i soldi qui si parla di sopravvivenza non di superfluo.p.s.io sono iscritto alla confeesercenti ma unicamente per motivi pratici (mi fa tuttele attivita burocratiche)
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IVAN
Utente (2)

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Posted - 17/02/2006 :  23:14:24  Show Profile  Reply with Quote
Un saluto a tutti.

Si,come vuoi tu.Ci sarebbe da scrivere molto,ma non trovo la voglia di farlo.Perchè?La classe andrà per la sua strada,qualunque sia la mia o la tua opinione.Anche se non ci fosse LC e la sua azione controrivoluzionaria,non cambierebbe nulla. La tua fazione,perchè spero per te che tu non sia solo,ha pochissime possibilità di organizzare una ritirata ordinata,poichè non ci sono le condizioni materiali oggettive:l'Italia non è la Germania.E' però consolante per te dare la colpa di tutta la disorganizzazione della classe al sindacato e in particolare a LC.Non vedi però il ruolo e le responsabilità che la classe ha in questa rotta disordinata.Perchè fischiano e non stracciano le tessere?Perchè delegano a Grondona e poi non lo cacciano se fallisce?Chi tace acconsente,anche se fischia.Cosa fanno i veri rivoluzionari,tipo quelli di CHE FARE?,in questa difficoltà di LC?Niente,puro niente nella forma di volantini diretti ad un proletariato che non esiste.Sono sicuro che veri rivoluzionari,non io naturalmente,sfrutteranno al meglio la situazione,e ne vedremo delle belle.Si perchè LC si è posta oggettivamente fuori dal processo reale della lotta di classe,cosi si dice e sentezia.Sono altri che riescono e riusciranno a radicarsi nella classe al grido:proletari di tutto il mondo unitevi!Li vediamo tutti giorni,vediamo i proletari avidi nell'ultimo numero del loro giornale.Mi sento inutile,superato,da chi,maneggia la lotta di tutti i giorni e guida saldamente la classe.Fate vobis,fate voi.

Un saluto internazionalista.
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IVAN
Utente (2)

41 Posts

Posted - 17/02/2006 :  23:37:29  Show Profile  Reply with Quote
Dal sito rassegna.it


CONTRATTO METALM.: RAGGIUNTO IL QUORUM



La Commissione elettorale di Fim, Fiom e Uilm nazionali ha certificato alle ore 15.00 di oggi che il referendum sulle ipotesi d’accordo per il rinnovo del CCNL, siglate con Federmeccanica-Assistal (19 gennaio 2006), con Unionmeccanica-Confapi (24 gennaio 2006), con Federorafi e Federargentieri (30 gennaio 2006) e con le Associazioni delle Cooperative del settore (31 gennaio) è valido, dato che risulta raggiunto il quorum del cinquanta per cento più uno della platea degli aventi diritto nei luoghi di lavoro. Nella consultazione sono state coinvolte circa 10.000 aziende: 1.000.000 gli aventi diritto al voto; più di 600.000 gli addetti che si sono espressi finora nel referendum. Le operazioni di voto si sono concluse alle 16 di oggi. Lo spoglio delle schede avrà inizio subito dopo la chiusura delle urne e i dati definitivi del responso elettorale saranno diffusi nel pomeriggio di lunedì 20 febbraio

17/02/2006 16.42

Vedremo quale sarà l'esito.Ma cosa faranno i metalmeccanici coerentemente al responso?

Un saluto internazionalista.

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Admin
Forum Admin

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Posted - 27/02/2006 :  08:31:14  Show Profile  Reply with Quote
Ciao Ivan.
Scusa per il ritardo con cui risponso
Tralasciamo la storiella che ... hanno fischiato anche Lenin...
Immagino anche che mangiasse o bevesse, magio e bevo anch'io ... dunque??? Sono leninista per questo??!!
In sostanza dici:
  • la classe operaia andrà per la sua strada nonostante quello che dite

Chi mai ha parlato di classe operaia??? Un conto è valutare un contratto, assumere un atteggiamento, conseguente od inconseguente, da comunista, rispetto alla classe operaia, che come classe non fa niente per il semplice fattarello che NON HA UN PARTITO.

  • Non vedi il ruolo della classe operaia in questa ritirata disordinata

E da cosa lo desumi? Da quello che dicono quelli di "Che Fare"? Ho solo criticato, non il concetto, ma l'applicazione che della "ritirata ordinata" è stata fatta, persino contro le indicazioni, almeno quelle dell'epoca in cui nacque, di Cervetto. E' consentito? Posso permettermi? Grazie.
Nessuno accusa Lotta Comunista di essere controrivoluzionaria nei fatti. Non c'è la rivoluzione, non vedo come possa esserci la controrivoluzione. Lotta Comunista ha una pratica, una vita, un'esistenza, una teoria controrivoluzionaria, marcia nella direzione opposta a quella rivoluzionaria.
Trovo risibile che tu sostenga che gli operai deleghino Grondona. Grondona è prima nominato poi eletto dalla Fiom-DS, che non identifico proprio con gli operai in rotta ma coi sindacati-partiti, parte essenziale dello schieramento che ha messo in rotta il movimento operaio.
INOLTRE:
  • veri rivoluzionari ... ne vedremo delle belle ... processo reale della lotta di classe ... guida saldamente la lotta di classe

Ripeto. Dove hai mai sentito sostenere queste baggianate. Lotta Comunista può anche descrivere le attività altrui nel modo che ritiene, ma ti garantisco che tutti i luoghi comuni sulla classe operaia debole, non rivoluzionaria, ecc. sono patrimonio da decenni di molte formazioni che non frequentano esattamente i circoli operai. Anzi, esistono anche intere correnti giunte a deformare i rapporti di forza sfavorevoli sino a ricavarne l'impossibiltà attuale di costruire un partito. quindi una ritirata non solo sindacale ma addirittura politica, come i bordighisti. E non ripetere luoghi altrettanto comuni sui bordighisti. Non siamo noi a definirci, a rivendicare di essere, "gruppi leninisti della sinistra comunista" senza averne mai fatto storicamente parte.
Stendiamo un velo pietoso sui risultati sindacali del "referendum". Amen.
Sulla cecità degli "oppositori", che certamente hanno anche "fischiato", vale la pena di ricordare che questi sono gli stessi che avrebbero dato una "spallata" allle trattative, appoggiando inconsapevolmente, se proprio vuoi anche stupidamente, chi credevano di combattere, aiutandoli a chiudere nel modo che sappiamo.
Grondona anziché criticarli, anziché indicare un'altra via per l'opposizione sindacale(non per la rivoluzione domani), per la loro ignavia che ti va a fare ....
difende l'accordo!!!!
Ma da che parte state??!!
Non preoccuparti, lo sappiamo, lo sappiamo.
Ciao.
Carlo.






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IVAN
Utente (2)

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Posted - 28/02/2006 :  03:12:20  Show Profile  Reply with Quote
Ciao Carlo.

Non ho sapito un acca di quello che hai scritto,sarà perchè sono stanco...Io non sto dentro LC,e non voglio difenderli.La classe va dove la mandano?Si e no,sicuramente non cercano i rivoluzionari.Intendo l'avanguardia,quelli che hanno interesse non solo per il salario.Quando dicevo di mandare via Grondona,intendevo questo:stracciare le tessere.Cos'è la FIOM senza iscitti?E il contratto chi lo firma allora,dirai?Bho,chi resta,ma senza delega della maggioranza.Per ora la classe non cerca l'unità nella lotta,e ogni categoria fa per se.Si può imparare solo dalla pratica,ma gli scioperi non sono tali da soddisfare tale esigenza.Comunque tu dici che la classe c'è,basta avere le idee chiare.Bene:cosa facciamo?Guarda,voglio proprio saperlo.I fischi Lenin,non li ha presi perchè era marxista coerente,ma gli ha presi e basta.Farsi fischiare capita,ma non è una critica costruttiva,questo volevo dire.Io dovrei avere sempre fede nelle mie idee?Io sono che il capitalismo deve crollare e che la lotta di classe c'è sempre.Il resto è tattica contingente.Se c'è qualcuno non da imitare sono proprio gli illuministi:sono le idee che cambiano il mondo,dicevano.Ma rivoluzione francese l'ha fatta la borghesia guidando contadini e proletari,non i filosofi.Il marxista è più conseguente,più radicale:nel marxista c'è anche l'illuminista,ma anche l'hegeliano,ma in una forma storica rivoluzionariamente compiuta,questo voleva dire Lenin.Sono stanco,alla prossima.Dimenticavo,c'è un troskista,Petrosky,che ce l'ha con l'entrismo e me lo dice.Cioè lo fa,l'entrismo.Io considero l'entrismo per quello che indendeva Lenin:tattica.Cosa ne pensi?

Un saluto internazionalista.
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Admin
Forum Admin

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Posted - 28/02/2006 :  22:27:20  Show Profile  Reply with Quote
Ciao Ivan.
Beh! può darsi che mi sia spiegato male. In compenso, per parte mia, spero di aver finalmente capito meglio.
Si, d'accordo, la situazione è quella che è, o meglio, è quella che descrivi.
Certo i fischi in sé non dicono niente. Dicono molto quando rivolti a chi spaccia una (1) propria presenza come radicamento nella classe operaia.
Come comunisti la critica ad accordi firmati rappresenta l'intervento (anche solo politico) nel rapporto salario-capitale demistificandone l'ideologia che la borghesia vi introduce gestendolo, anche quando non ha briciole da spartire.
E' da questo punto di vista che non solo non ha importanza chi firma il contratto, ma è
giusto che lo gestiscano loro, senza fornigli appigli o complicità, Cervetto diceva che non dovevamo fare da parafulmine (cioè non dovevamo accettare responsabilità sindacali: lotta comunista ha sempre fatto esattamente il contrario, beandosi delle "cariche" sindacali).
Parentesi a parte, i Grondona contano quel che contano, cosa dobbiamo fare?
Come comunisti stiamo proprio come la classe operaia. Probabilmente è inevitabile sia così, e chi vede partiti forti e classe debole sogna ad occhi aperti.
Quindi dobbiamo fare quel che possiamo. In genere, soprattutto sui posti di lavoro, non stiamo meglio degli immigrati che lavorano in nero. Siamo costretti praticamente costretti ad una specie di clandestinità. Però esistono spazi di lavoro sindacale, ad esempio nei sindacati di base, dove le mene contrattuali pesano meno e quindi, paradossalmente, si riesce meglio a parlare di politica, a parlare contro il salario. Non è facile ... ma è possibile. Non è un consiglio ma una possibilità. E' in ogni caso è necessario collegare chi compie questo lavoro, collegamenti che, naturalmente, sono più facili se si ha l'opportunità, la possibilità, di sfruttare questo lavoro. Non esistono ricette. Anche riflettere, discutere ad ogni costo il proprio punto di vista, difendendolo senza pregiudizi, è già un lavoro comunista, degno di essere diffuso. Studiare comunismo. Spiegarlo meglio agli altri, che poi magari hanno la possibilità di cogliere altre opportunità che non si hanno personalmente, è già compiere collettivamente quel lavoro.
Ammetto che quanto detto possa apparire come semplice buon senso che lascia il tempo che trova. Eppure ti posso garantire che funziona, che ha funzionato, almeno così crediamo (ma non siamo molti) avendolo fatto, facendolo.
Onestamente non credo che Lenin abbia mai ammesso l'entrismo. Nel POSDR ogni corrente riteneva sé stessa la vera anima rivoluzionaria. Se costretti dalla situazione zarista, convivevano, ma sempre controvoglia.
Se consideriamo il partito, qualsiasi partito, come rappresentante di una concezione omogenea, l'entrismo è esattamente l'opposto di ciò che occorre fare perché il partito sia altrettanto omogeneo. Spesso i trotzkisti citano come successo dell'entrismo il lavoro nel socialismo americano. Sì un successo numerico che non ha retto alla storia successiva non essendosi formato sulla propria concezione ma nella mediazione con quella altrui.
Ciao.
Carlo.
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